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ComeProvincia_di_Reggio_Emilia-Stemma poteva immaginare chiunque dotato di un minimo di buon senso, la Consulta (che a dire la verità si è caratterizzata per un atteggiamento a dir poco dilatorio) è stata costretta a dichiarare costituzionalmente illegittimi i passaggi del Decreto Salva Italia di Monti Mario, ennesimo esempio della inadeguatezza di quel governo nato da una inopinata nomina a senatore a vita (altra bella impresa di cui nessuno dovrebbe vantarsi).

In questa storia, sulla quale ci siamo espressi in modo chiarissimo sin dall’inizio, sostenendo l’assurdità di una norma vessatoria e velleitaria, nata sull’onda di un doppiopesismo inaccettabile, e che intendeva fare strame di una istituzione prevista costituzionalmente, a livello locale alcuni escono bene, altri meno bene, altri un po’ malconci.

Bene ne esce chi ha sostenuto sin dall’inizio, e senza tentennamenti, l’inadeguatezza dell’intervento del Governo: assieme a noi sicuramente iscriviamo in questa categoria Pierluigi Saccardi e Gianluca Chierici, correttissimo Presidente del Consiglio Provinciale.

Un po’ meno bene la Presidente Masini, che ha taciuto troppe volte quando era il caso di alzare i toni, e si è avviluppata nella sua tesi della maxi Provincia Emilia, tesi ora decotta, quanto meno in assenza di una revisione istituzionale dalla a alla z.

Male ne esce il Ministro Delrio, che evidentemente si sentiva molto sicuro sulla pronuncia della Consulta: se da Sindaco e Presidente ANCI poteva essere comprensibile (ma non condivisibile) una sua predilezione per una provincia gestita dai comuni, avrebbe dovuto mostrare una maggiore equidistanza nel momento in cui ha ricevuto l’incarico di Ministro, tra l’altro, delle autonomie locali.
Avevo scritto, in occasione del suo insediamento: ” confido che questo passaggio da Presidente Anci a Ministro delle Autonomie Locali, tutte le autonomie locali, possa agevolare una revisione della completa filiera degli organi di governo centrali e periferici, dai macchinoni romani fino alle virtuose utilitarie di periferia, e cioè i piccoli comuni, senza colpire a casaccio sui singoli anelli della catena – vedi Province-, pessimo lavoro del Governo Monti.”
Una occasione mancata.

Male ne esce il Presidente Vasco Errani, che, tanto per gradire, si era subito astenuto dal sottoscrivere i ricorsi presentati da 8 Regioni contro il decreto Salva Italia (decreto 201) del dicembre 2011: un brutto scherzo della Consulta al Governatore, che premia invece i Presidenti di Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Molise, e Sardegna.

Male ne escono tutti i parlamentari reggiani PD e PDL della scorsa legislatura, che, agli inizi del 2012, espressero un voto convintamente contrario alle tesi dell’UPI, ora vincenti, le stesse sottoscritte da Masini e gruppo PD e PDL in Provincia, bell’esempio di incoerenza, o quanto meno dimostrazione di serie difficoltà di comunicazione all’interno dei partiti.

Ora si riparte con un percorso che faccia giustizia delle diseconomie che indiscutibilmente sono presenti nella macchina della Pubblica Amministrazione, che può e deve essere razionalizzata, ma senza colpire a casaccio, dando dell’untore alla Istituzione meno costosa di tutto il macchinone statale.

Ben altri sono gli sprechi, e questi si annidano soprattutto nel parastato, e in quella pletora di enti ed entucoli che danno meno nell’occhio, ma costano come e più di una finanziaria; d’altra parte le stesse Regioni (soprattutto) e i Ministeri potrebbero essere oggetto di una seria spending review: lì sono i numeri eclatanti, dai quali attingere risorse per ristabilizzare, ammesso che ciò sia necessario, le finanze del Paese.

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