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(mio libero adattamento delle dichiarazioni del ministro australiano Peter Costello sui problemi della immigrazione)

Famiglia di immigrati guarda la Statua della Libertà da Ellis Island - 1900-14Non sono contrario all’immigrazione e non ho niente contro coloro che cercano una vita migliore venendo in Italia. Tuttavia ci sono questioni che coloro che recentemente sono arrivati nel nostro paese e, a quanto sembra, anche alcuni dei nostri concittadini nati qui, devono capire.

L´idea che l´Italia debba essere una comunità multiculturale è stata addotta come scusa per minare la nostra sovranità ed il nostro senso di appartenenza alla nostra terra. Noi abbiamo la nostra cultura, la nostra società, la nostra lingua ed il nostro modo di vivere. Questa cultura è nata e cresciuta durante secoli e secoli di lotte, processi e vittorie da parte dei milioni di uomini e donne che hanno cercato la libertà di questo paese, e la sentiamo preziosa. Noi parliamo l´italiano, non il libanese, l´arabo, il cinese, il giapponese, il russo o qualsiasi altra lingua. Perciò, se desiderate far parte della nostra società, imparate la lingua! La maggioranza degli italiani crede in Dio. Questo concetto non coinvolge solamente qualche cristiano fondamentalista e conservatore, ma riguarda tutti noi, a prescindere dalle personali sensibilità religiose: uomini e donne cristiani hanno fondato questa nazione su principi cristiani, ciò fa parte delle nostre tradizioni, al di là del concetto di laicità dello Stato, è chiaramente documentato nella nostra storia e fa parte del percorso formativo dei nostri figli. Se il nostro Dio vi offende, allora vi consiglio di prendere in considerazione la decisione di scegliere un’altra parte del mondo per mettere su casa, perché Dio è parte della nostra cultura.

Accetteremo le vostre opinioni religiose, in ossequio e nel rispetto delle nostre leggi, però daremo per scontato che anche voi accettiate le nostre e cercherete di vivere in pace ed armonia con noi. Se la Croce e i nostri luoghi di culto vi offendono, o vi molestano, o non vi piacciono, allora dovrete pensare seriamente di andarvene da qualche altra parte.

Siamo orgogliosi della nostra cultura e non pensiamo minimamente di stravolgerla forzando i tempi della sua naturale e graduale evoluzione. I problemi del vostro paese di origine non devono essere trasferiti sul nostro. Cercate di capire che potete praticare, nel rispetto delle nostre leggi, la vostra cultura, ma non dovete assolutamente obbligare gli altri a farlo. Questo è il nostro modo di vivere, il nostro paese, la nostra terra: vi offriamo la possibilità di viverci al meglio. Ma se voi cominciate a lamentarvi, a piagnucolare, e non accettate la nostra bandiera, le nostre tradizioni, o il nostro modo di vivere, vi dico con la massima franchezza che potete far uso di questa nostra grande libertà di cui godiamo in Italia, ed esercitare il diritto di andarvene.

Se non siete felici qui, allora andatevene. Nessuno vi ha obbligato a venire nel nostro paese. Voi avete chiesto di vivere qui: ed allora accettate il paese che avete scelto. Se non lo fate, andatevene! Vi abbiamo accolto aprendo le porte del nostro paese; se non volete essere cittadini, come tutti gli altri, di questo paese, allora tornate al paese da cui siete partiti!

Questo è il dovere di ogni nazione,
questo è il dovere di ogni immigrante.”

(nota: non viene ovviamente nemmeno preso in considerazione il problema del voto agli immigrati senza cittadinanza, velleitaria castroneria tutta italiana).

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