Una strana storia quella recente della Matilde spa in Provincia, che parte male, con una bozza di bilancio approssimativa e non rispondente al vero, si avete capito bene, non rispondente al vero, distribuita ufficialmente ai Consiglieri Provinciali 5 minuti prima del voto della delibera (fortunatamente spostato di una settimana su richiesta delle opposizioni).

Nell’approfondimento in commissione emerge un buco imminente da sanare, relativo ad uno strano mutuo con formula “zero coupon” , cioè interessi versati ogni anno e restituzione del capitale per intero alla scadenza finale, cosa che consente di edulcorare sensibilmente l’andamento della gestione: sono 3 milioni da restituire entro ottobre, che nel bilancio consegnato ai consiglieri, e distribuito di nuovo in Commissione, figurano ancora come debito a lungo termine, mentre è una cambiale in scadenza !

Nello stesso approfondimento emerge la necessità di reperire almeno altri 5 Milioni, e fanno 8, per completare le opere di ristrutturazione del convento di Montefalcone.

Questo è il problema: bene, la soluzione è, per la Provincia, quella di acquistare le quote di privati ed Enti Pubblici minori, e forse anche dei maggiori, e fare per essi una bella associazione di promozione, un recinto dove chiudere i soci minori perché “non disturbino il manovratore”.

Le quote dei privati (si tratta di partecipazioni simboliche, alcune sotto i mille euro) vengono acquisite dalla Provincia, e invece di pagarle direttamente vengono acquistate, a loro nome, quote di una non meglio precisata “associazione per attività di collaborazione e sostegno alle attività culturali e di promozione del territorio” mista tra privati ed enti pubblici: l’odore stantìo del carrozzone mangia soldi arriva acre e deciso alle narici del lettore !

Ragionando a buon senso, se i privati non si vogliono coinvolgere (ma ci starebbero forse?) nel pauroso programma di indebitamento, senza previsione di ritorni, della Matilde Spa, è sufficiente che la Matilde faccia un aumento di capitale, che la Provincia sottoscriverà (chissà dove prenderà i soldi?) e i privati no, ma vallo a spiegare alla Masini che un socio di una spa risponde solo della quota conferita, lei è ancora convinta, e lo dice anche in Consiglio, che “i privati non possono essere gravati del debito della Matilde spa”, come se una spa fosse una famiglia !

E comunque in questo caso quanto meno avremmo un buco solo, anche se di dimensioni esagerate, quello della Matilde spa; e chi sarà tra l’altro l’intelligente azionista di maggioranza, o forse totalitario, di questa disastrosa società? Ma che domande… la Provincia, è ovvio! Tanto mica sono soldi suoi, sono soldi nostri.

D’altronde, come sostiene Sonia Masini, la conservazione della memoria medioevale è “l’emergenza della Provincia di Reggio Emilia”… siamo credo di fronte ad uno strano “transfert” Masini – Matilde.

In sintesi purtroppo alla fine ci troveremo di fronte ad un carrozzone, Matilde Spa, indebitato per 8 milioni, e ad un altro “carrozzino”, la nuova associazione, che parte comunque “bene” con la sua mission di ente mangia soldi. E’ piccola è vero, ma crescerà… vedrete!

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